Negli ultimi anni è aumentata notevolmente l’attenzione sulle emissioni di CO2, l’anidride carbonica responsabile, tra le altre cose, dell’aumento della temperatura della terra. L’attenzione sull’inquinamento ambientale è così percepita anche al livello dell’opinione pubblica perché è ormai chiaro come l’attività dell’uomo incida profondamente sugli squilibri ambientali. Tanto per fare un esempio, dalle ricerche condotte dal WWF è emerso come l’aumento della concentrazione di CO2 nell’ambiente è stato maggiore negli ultimi duecento anni (l’analisi risale al 2011) più di quanto sia aumentato negli ultimi ottocentomila anni.
Questa fotografia ci deve portare inevitabilmente a fare delle riflessioni, ognuno nel proprio campo di appartenenza. E se spesso, come abbiamo già avuto modo di parlare, per quel che riguarda l’inquinamento urbano le automobili vengono indicate come le principali responsabili, è fondamentale concentrare l’attenzione sui sistemi di riscaldamento. E su come l’utilizzo di una caldaia a condensazione sia la vera opportunità per ridurre l’inquinamento.
Cosa troverai in questo articolo:
Le emissioni di CO2 in una caldaia
Il funzionamento dei sistemi di riscaldamento domestici è affidato a un combustibile (come il gas metano) che viene introdotto all’interno dell’impianto e bruciato tramite l’apposito bruciatore. Questo sistema permette di riscaldare l’acqua che viene poi immessa nell’impianto domestico (anche per scaldare i termosifoni), mentre i fumi prodotti dalla combustione vengono espulsi tramite la canna fumaria. Questo è il sistema classico che caratterizza il funzionamento di una caldaia tradizionale; con l’introduzione dei modelli a condensazione molte cose sono cambiate, ma molte ancora devono cambiare.
Cos’è cambiato grazie alle caldaie a condensazione
L’introduzione delle caldaie a condensazione ha portato notevoli benefici in termini di riduzione delle emissioni, risparmio energetico e abbattimento dei costi di gestione. Tanto per dare l’idea di cosa stiamo parlando è stato stimato come una caldaia a condensazione sia in grado, rispetto a una caldaia tradizionale, di ottenere una riduzione fino al 70% delle emissioni di Nox, CO e CO2 e anche conseguente riduzione delle emissioni di PM10 e PM2.5. Questo significa che mediamente, in un appartamento di circa 100mq, la caldaia a condensazione è in grado di evitare che 800Kg di anidride carbonica vengano immessi ogni anno nell’ambiente. Questa riduzione equivale più o meno a circa 350 litri in meno di benzina per la propria automobile.
La riduzione delle emissioni inquinanti procede parallela con l’aumento dell’efficienza dell’impianto di riscaldamento. Una caldaia a condensazione, infatti, assicura un 15-20% di efficienza termica in più rispetto a una tradizionale con una riduzione di più di 300€ annui in bolletta. Niente male, vero?
Alcune precisazioni
I numeri relativi al risparmio di CO2 assicurato da una caldaia a condensazione sono, ovviamente, delle stime. Questo perché per assicurare l’efficienza dell’impianto di riscaldamento, anche del più evoluto, sono necessarie delle condizioni specifiche. Non solo che sull’impianto venga svolta regolarmente la manutenzione ordinaria, ma anche che vi siano tutte quelle condizioni di isolamento termico necessarie affinché quanto prodotto di buono dalla caldaia a condensazione non venga sprecato costringendo la caldaia a produrre più calore di quanto altrimenti sarebbe stato necessario.
Va anche detto che si tratta di stime perché molto dipende dai consumi di ogni famiglia, dal tipo di combustibile utilizzato (anche qui ci sono quelli più o meno efficienti e inquinanti), dalla grandezza dell’appartamento e da dov’è situato. È evidente come una casa a mille metri di altitudine abbia esigenze diverse rispetto a quella in un centro urbano o quella situata in una zona collinare.
L’altra importante precisazione riguarda le potenzialità della caldaia a condensazione. Le stime sulla riduzione delle emissioni di CO2 sono relative al confronto con le caldaie tradizionali, ma sulle stesse caldaie a condensazione è possibile applicare un ulteriore abbattimento dell’inquinamento, integrandole con i pannelli solari termici, capaci di dimezzare il fabbisogno energetico di ogni abitazione.
La prova dei fumi
Come abbiamo anticipato, perché la caldaia a condensazione ottenga quella riduzione nelle emissioni di CO2 è necessario che sia sempre perfettamente efficiente. Il controllo che tale efficienza sia sempre perfetta si esegue la cosiddetta prova dei fumi, che consiste proprio nella misura della quantità di sostanze inquinanti nei fumi, individuando anche quali accorgimenti eseguire per migliorare il rendimento della caldaia.
Cosa può (e deve) ancora cambiare
L’innovazione introdotta dalla caldaia a condensazione è ormai una realtà, ma per essere davvero incisiva deve diventare capillare. Oggi nel nostro Paese più della metà delle caldaie sono ancora di tipo tradizionale, ovvero quelle a bassa efficienza, responsabili di un’enorme quantità di emissioni di CO2. Le famiglie che decidono di passare a una caldaia a condensazione possono beneficiare fin da subito di un risparmio di circa il 20-25% sulle bollette energetiche, contribuendo anche alla riduzione dell’inquinamento ambientale.
2 Commenti. Nuovo commento
Come mai nei dati dell’analisi di combustione delle caldaie il valore di CO2 è molto più alto nelle caldaie a condensazione di quelle tradizionali? Grazie
Buonasera, la risposata è nella domanda, la combustione nella condensazione è composta meno da CO2 che di O2.