L’estate si avvicina ed è tempo di tornare ad accendere il climatizzatore. Accenderlo dopo mesi di inattività è più un rischio che un vantaggio perché, anche laddove l’impianto non presentasse guasti, rumori e malfunzionamenti, al suo interno vi si sono accumulate sostanze e microrganismi che, una volta acceso, vengono immesse nell’aria e vengono respirate. Anche a questo serve la manutenzione del climatizzatore, ma oggi più che mai è fondamentale chiarire come avviene questo tipo di intervento.
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La manutenzione del climatizzatore
L’urgenza di parlare della manutenzione dei climatizzatori domestici, a costo di risultare noiosi e ripetitivi, si rivela tale soprattutto considerando qual è la situazione attuale. Ovvero di ancora tantissimi che preferiscono, a fronte di una presunta convenienza economica, optare per la manutenzione fai da te rispetto a quella professionale. Da più parti si parla non solo della possibilità di fare la manutenzione da soli, ma anche di come eseguirla passo passo. Siccome siamo convinti del nostro lavoro vogliamo affrontare la questione di petto ed entrare nel dettaglio di come avviene la manutenzione, focalizzandoci sia su quella fai da te che su quella professionale. Solo così potremmo comprendere le differenze e capire dov’è il vero guadagno.
Perché fare la manutenzione del climatizzatore
Siamo tutti d’accordo che il climatizzatore necessiti di una manutenzione ordinaria. Si tratta di una serie di interventi che mirano sia a mantenere l’impianto funzionante che a metterlo nelle condizioni di lavorare in maniera efficace in vista di un utilizzo intensivo durante le giornate più calde dell’anno. La manutenzione, quindi, è un’attività di controllo, prevenzione e pulizia, che ha l’obiettivo di:
- individuare eventuali problemi;
- risolvere guasti, perdite e malfunzionamenti;
- controllo dello stato generale dell’impianto;
- pulizia e disinfezione dell’impianto.
Già solo questi quattro punti rilevano una fondamentale differenza tra una manutenzione fai da te e una professionale. Ma vediamo più nel dettaglio.
La manutenzione fai da te
Girando sul web è facilissimo trovare guide e video che spiegano come fare la manutenzione senza rivolgersi a dei tecnici specializzati. Tale procedura garantirebbe gli stessi risultati risparmiando il costo di un intervento tecnico. Bene. Vediamo approfonditamente come avviene questo tipo di manutenzione. In base alla fonte cui si fa riferimento le indicazioni di massima sono sempre le stesse: scollegare l’alimentazione, agire con prudenza, utilizzare dei guanti, smontare la griglia, eliminare la polvere con un panno bagnato, un pennello o un’aspirapolvere, lavare il filtro e soffiare con un compressore per raggiungere le parti più nascoste e rimuovere la polvere presente. Tutto qui? Tutto qui.
La manutenzione professionale
Posto innanzitutto che non tutti i climatizzatori sono uguali ed esistono diverse tipologie di impianti, è innanzitutto fondamentale distinguere tra dispositivo e impianto. Il primo è quello cui mira la pulizia fai da te (e nemmeno in maniera corretta e completa), il secondo è l’oggetto della manutenzione professionale. la differenza non è terminologica, ma sostanziale. Il dispositivo è lo split che vediamo sulla parete (e al massimo l’unità esterna), mentre l’impianto è: gli split, l’unità esterna, il compressore, il condensatore, l’evaporatore, i filtri e tutti i condotti che permettono il passaggio del gas e dell’aria.
Tutti questi componenti vanno controllati visivamente per individuare guasti e malfunzionamenti (e mantenere l’efficienza dell’impianto), ma anche puliti profondamente e correttamente per rimuovere non solo la polvere ma anche e soprattutto batteri, acari, muffa, fibre, allergeni e microrganismi patogeni che invece rimarrebbero all’interno del climatizzatore a seguito di una pulizia inefficace, come lo è quella fai da te.
Questo perché la manutenzione del climatizzatore richiede, anche per una questione legale, lo svolgimento di specifiche attività professionali. Non, quindi, una mera pulizia con un panno o uno spray, ma un’attività innanzitutto di conoscenza dell’impianto di climatizzazione che permette all’operatore di guardare per saper vedere. Se apriamo il case di un PC vedremo tanti componenti, un informatico riconosce la ventola, la scheda madre, il processore, la RAM, l’hard disk, eccetera. L’informatico sa riconoscere se ci sono segni di usura e guasti, altri no. Lo stesso vale per la manutenzione del climatizzatore.
Quale manutenzione conviene davvero?
L’attività di manutenzione, come abbiamo detto, non riguarda solo quella di pulizia (per giunta superficiale come avviene in quella fai da te), ma un’ispezione approfondita, una misurazione della temperatura, la ricarica del gas refrigerante (con l’utilizzo di quello corretto) e la verifica che tutti i componenti lavorino correttamente. Mettere mano su un climatizzatore, per quanto scollegato dall’alimentazione, pone dei rischi biologici, chimici ed elettrici. Rischi sia per il funzionamento dell’impianto stesso, ma anche per la sicurezza di chi esegue la manutenzione.
Anche per questo la manutenzione del climatizzatore deve essere eseguita tassativamente da operatori specializzati che conoscono i rischi e sanno come proteggersi (non utilizzando dei normali guanti in lattice da cucina) e come proteggere la casa e le persone che la abitano. La manutenzione fai da te non risolve mai il problema, al massimo lo sposta. Quel tipo di operazioni, infatti, non elimina la polvere e tutte le altre sostanze presenti nell’impianto, ma rimuove una parte di quelle presenti nel dispositivo (non nell’intero impianto) e le immette nell’aria, esponendo chi vi abita a entrarvi in contatto e respirarle.
Siamo davvero sicuri che quanto non si spende per una manutenzione professionale sia davvero un guadagno in termini di salute e riduzione dei rischi per l’efficienza dell’impianto?