In queste settimane, ognuno nel proprio settore, si sta domandando come fare per ripartire. I due mesi di lockdown hanno segnato profondamente non solo le abitudini quotidiane e le certezze sul futuro, ma anche la dimensione economica e lavorativa del presente. Per dare una scossa il Governo ha emanato diversi incentivi fiscali allo scopo di motivare i privati a investire e, allo stesso tempo, portare lavoro alle imprese del settore.
Per focalizzare meglio la questione, abbiamo avuto il piacere di intervistare l’ingegnere edile Arturo Gaeta. Con il suo lavoro è tra coloro che quotidianamente si occupa di progettazione e ristrutturazione e che ha quindi il polso della situazione sugli effetti che questi incentivi fiscali possono avere. Abbiamo parlato di cambiamenti e prospettive per un mercato e un settore determinante per la ripresa economica del nostro Paese.
Come cambia il mercato con i nuovi incentivi fiscali?
«Con il Decreto Legge del 19 Maggio 2020 n.34, anche detto Decreto Rilancio, il Governo italiano ha messo a disposizione dei propri cittadini un valido strumento di ripresa economica atto a risvegliare il mondo dell’edilizia, colpito duramente dall’avvento del Covid-19 nei mesi scorsi. L’art.119 di tale decreto ci descrive quali siano gli interventi incentivabili da questa manovra, che potranno usufruire di una detrazione fiscale nella misura del 110%, per le spese sostenute dal 1 Luglio 2020 al 31 Dicembre 2021, da ripartire in cinque quote annuali, tra i quali possiamo riassumere due macro-categorie:
- Interventi di isolamento termico delle superfici opache che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo;
- Sostituzione impianti di climatizzazione invernale esistenti:
- EDIFICI CONDOMINIALI con l’installazione di impianti CENTRALIZZATI per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a CONDENSAZIONE o a POMPA DI CALORE;
- EDIFICI UNIFAMILIARI con l’installazione di impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a POMPA DI CALORE.
Per accedere agli incentivi fiscali occorre:
- effettuare almeno uno dei due interventi sopra descritti ai quali si potranno abbinare altri interventi di efficientamento energetico quali ad esempio, installazione impianto fotovoltaico, sostituzione infissi, ecc..;
- dimostrare che a seguito degli interventi previsti ci sia un miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio, da dimostrare mediante APE.
L’art. 121, “Trasformazione delle detrazioni fiscali in sconto sul corrispettivo dovuto e in credito d’imposta cedibile”, che ci illustra la parte fiscale di tale possibilità, risulta essere la vera novità che porta a guardare al futuro con estrema fiducia per una ripresa economica del mondo edilizio. Tale articolo infatti prevede che per gli interventi incentivati, i soggetti che sostengono le spese hanno la possibilità di trasformare l’incentivo in sconto sull’ammontare dei lavori ed in credito d’imposta cedibile. Questo passaggio potrà avvenire con due modalità:
- Tramite un’impresa fornitrice, la quale effettua al soggetto fruitore dell’incentivo uno sconto sul corrispettivo dovuto fino a un importo massimo pari al corrispettivo dovuto, anticipandolo e recuperandolo sotto forma di credito d’imposta, con la facoltà di successiva cessione del credito ad altri soggetti, quali Istituti di credito o altri intermediari (ESCo);
- Direttamente cedendo il proprio credito d’imposta accumulato per il 110% delle spese sostenute ad altri soggetti, quali Istituti di credito o altri intermediari (ESCo).
In entrambe le modalità previste, i lavori risulterebbero a costo zero per i soggetti proprietari degli immobili, ed è questa la vera novità rispetto alle precedenti forme di incentivo (Ristrutturazione Edilizia 50% – Riqualificazione Energetica 65% – Bonus Facciate 90%) in cui le detrazioni fiscali non arrivavano mai a coprire l’intera spesa sostenuta. Chiaramente per una fase attuativa del procedimento restiamo in attesa delle linee guida da parte delle Agenzie delle Entrate e del Ministero del Lavoro, le quali, credo, sicuramente porranno dei limiti nella gestione delle casistiche presenti sul territorio»
Questi incentivi sono sufficienti per aiutare le imprese nella ripartenza?
«Il DL Rilancio, ad oggi, sulla base di quanto scritto sul testo del decreto, sembrerebbe un ottimo strumento per la ripartenza delle imprese e di tutto l’indotto edilizio. Ma “tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare” nel senso che ad oggi mancando le direttive attuative rimangono non pochi dubbi, tecnici e finanziari, sul come applicare questa possibilità di incentivo nella concretezza quotidiana. Il primo dubbio, personale, è proprio quello rivolto alle imprese. Ovvero, considerando le due metodologie di fruizione dell’incentivo:
Sconto del corrispettivo dovuto recuperandolo sotto forma di credito d’imposta. Considerando un intervento da 50.000 € con un incentivo previsto di 55.000 €, da trasformare in credito di imposta, detraibile in 5 anni (11.000 €/anno), mi chiedo quante imprese del territorio saranno in grado di garantire una capienza di credito d’imposta annuale tale?? Considerando che l’esempio è riferito ad un unico intervento e di modeste dimensioni. Presumendo, invece, che nell’arco di un anno e mezzo ogni impresa dovrebbe garantire sicuramente più interventi, avranno capacità di credito d’imposta annuale a sufficienza?
Cessione del credito ad altri soggetti (Istituti di credito o altri intermediari). Con la possibilità di cedere il credito, sicuramente il dubbio sulle capacità delle singole imprese di accumulare credito di imposta svanisce, ma allo stesso tempo, non avendo a disposizione delle linee guida operative, immagino che l’operazione finanziaria di cessione dovrà essere regolata da opportuni contratti o accordi tra le parti. Questo, credo che porterebbe ad un aumento della burocrazia legata a tutta la profilassi che, anziché snellire le procedure a favore di una ripresa immediata del mercato porterebbe a rallentamenti a discapito proprio delle imprese, che avranno un ruolo principale nell’esecuzione degli interventi.
Mi auguro che queste mie riflessioni siano smentite dal regolamento applicativo che seguirà, in modo che possa esserci una ripresa del mercato edilizio generale, a favore sia delle grandi, ma soprattutto, delle piccole imprese territoriali che sono state duramente colpite da questo periodo di pandemia»
Qual è l’impatto che questi incentivi produrranno? Possiamo parlare di un cambiamento reale o di un palliativo?
«L’opportunità di accedere a questa nuova forma di incentivo ha scatenato, finora, grande interesse e curiosità in molti possibili futuri clienti, che ci contattano quotidianamente, per ricevere informazioni ed assistenza in previsioni di interventi futuri. La voglia di ripresa da parte di tutti i cittadini è molto forte e mi auguro che nella fase applicativa non ci sia nessun dietrofront da parte del governo nelle possibilità di accedere a tale strumento da parte di tutti.
Qualche dubbio in più, lo avvertiamo da parte delle imprese, con le quali collaboriamo quotidianamente, le quali sono incuriosite da questa buona possibilità di ripresa e si stanno organizzando per poter avere le capacità necessarie per rispondere a tutte le richieste che potranno arrivare. Noi, come studio di progettazione, crediamo fortemente che questa nuova possibilità di incentivo possa rappresentare un cambiamento reale per la ripresa definitiva del mercato e garantire un efficientamento energetico e sismico di tutto il mercato immobiliare presente sul territorio nazionale, a discapito di sicurezza e miglioramento della qualità ambientale, con riduzione di emissioni ed edifici meno energivori.
Guardiamo al futuro con molta fiducia nei confronti delle nostre istituzione, la strada non sarà semplice per coordinare i vari enti che entreranno in gioco (Enea, Agenzia delle Entrate, ecc…), ma nel frattempo non ci resta che continuare ad informarci e tenerci aggiornati per farci trovare pronti nel momento in cui questa possibilità diventerà una vera opportunità di rilancio per tutto il settore edilizio»