Quasi esattamente un anno fa (era il 29 aprile 2020 quando ci occupavamo dell’argomento) sollevavamo l’attenzione sull’importanza di non accendere il climatizzatore. Le cose a dodici mesi di distanza non sono cambiate e se lo sono è bene riportarle all’attenzione che meritano.
Non paura, ma responsabilità
La questione dell’accensione dei climatizzatori non riguarda solamente il virus SARS-CoV-2 (Covid 19 come abbiamo tristemente imparato a conoscerlo). Questo è stato ed è un problema serio con il quale ci siamo ritrovati a fare i conti, ma non è l’unico nemico da combattere. Quanto accaduto nell’ultimo anno deve far maturare non la paura e il terrore di vivere, ma la consapevolezza dei rischi di ciò che ci circonda e la responsabilità di saperli contrastare. Perché i mezzi ci sono e i nostri climatizzatori domestici, come vedremo tra poco, non sono un problema, ma una risorsa.
Passata la paura, lo shock e la sorpresa per quanto improvvisamente accaduto a partire dallo scorso anno, può subentrare un certo rilassamento. Questo, per assurdo, è il pericolo più serio. Pensare di aver superato il pericolo o che, come detto, quello sia l’unica entità biologica che possa essere nociva per la nostra salute.
Quotidianamente l’ambiente domestico – e quindi anche i nostri climatizzatori – è oggetto non solo virus, ma anche batteri, muffe, polveri, acari e sostanze di vario tipo capaci di alterare la qualità dell’aria che respiriamo in casa. Le cause di questo inquinamento sono diverse e vanno dall’attività umana, ai materiali edili passando per gli arredi, l’aria esterna e gli elettrodomestici, compresi i condizionatori. Le conseguenze, anche se non immediate, possono essere molto serie e portare a contrarre o aggravare le malattie respiratorie, allergie e fastidi di vario tipo.
Non accendere il climatizzatore: il condizionatore è un problema?
Se tra le cause dell’inquinamento domestico ci sono anche i climatizzatori, non è più sensato rinunciarvi, tenendoli spenti e rendendoli così innocui? In realtà, oltre a essere uno spreco, l’utilizzo dei climatizzatori può essere decisivo e virtuoso nel contrasto alla diffusione delle sostanze inquinanti. A una sola condizione: che siano messi nelle condizioni di lavorare correttamente. Ovvero che siano oggetto di regolare manutenzione. Quando poi parliamo di climatizzatori o condizionatori dell’aria facciamo una generalizzazione di un impianto complesso e articolato.
Nel Rapporto 33/2020 dell’Istituto Superiore di Sanità viene indicato come le diverse sezioni e componenti degli impianti di climatizzazione abbiano una differente probabilità di contaminazione. A titolo di esempio possiamo ricordare come i terminali degli impianti (gli split fissati alle pareti delle stanze delle nostre case), i canali di mandata e quelli di aspirazione dell’aria e i filtri aria di espulsione abbiano un’alta probabilità di contaminazione. A conferma di come la manutenzione dell’impianto di climatizzazione non sia un’attività da eseguire autonomamente passando un panno o spruzzando uno spray, in quanto bisogna intervenire su diverse parti e componenti dell’intero impianto, non solamente sull’unità a vista.
Quando accendere il climatizzatore: un impianto di cui non possiamo fare a meno
Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: non accendere il climatizzatore non è mai una soluzione. Sia perché comunque rimane un deposito per tutte quelle sostanze nocive per la salute, ma soprattutto perché è un errore considerare il climatizzatore dell’aria solamente come un elettrodomestico estivo. Siamo abituati a pensare al climatizzatore solamente come lo strumento in grado di abbassare la temperatura domestica e dare refrigerio nelle torride giornate estive, in realtà ha tra le sue funzioni principali anche quelle di permettere la ventilazione forzata degli ambienti, il ricircolo e la pulizia dell’aria.
Accendere il climatizzatore, quindi, consente di ridurre il rischio di diffusione di tutte quelle sostanze pericolose da respirare. A fare la differenza tra rendere il climatizzatore un pericolo e un alleato della propria sicurezza e benessere c’è la qualità e la regolarità degli interventi di manutenzione.
Anche in base alla tipologia di climatizzatori, come abbiamo detto, per manutenzione, sanificazione e igienizzazione non è da intendersi l’erogazione di uno spray o la rimozione superficiale della polvere dalla griglia dello split. Così come la manutenzione non va fatta una volta ogni tanto o solamente quando il climatizzatore non funziona, fa rumore o emana cattivi odori.
L’efficienza di un climatizzatore, anche e soprattutto in termini di capacità di assicurare la pulizia e l’igiene degli ambienti domestici, passa dalla sua manutenzione. Rinunciarvi significa non volersi prendere cura della propria salute. Rimandarla rappresenta un rischio troppo elevato per considerarlo conveniente. Pensare che la manutenzione sia un costo eccessivo significa ignorare qual è il costo, non solo economico, di esporre sé stessi e i propri cari a respirare aria pesante e piena di pericoli.