Abbiamo visto qual è la potenza migliore, quale la collocazione più adatta e la soluzione più indicata per una casa di 60mq, ma ora parliamo di consumi: qual è il climatizzatore che consuma meno? Per rispondere a questa domanda dobbiamo partire dalla lettura della classe energetica del climatizzatore.
Guida all’analisi della classe energetica di un climatizzatore
Ogni elettrodomestico è, per legge europea e italiana, dotato obbligatoriamente di un’etichetta che, tramite colori, lettere, valori e simboli sintetizza i consumi di quel dispositivo. Per quel che riguarda l’etichetta energetica per i climatizzatori split (diversa da quelli monoblocco), l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) si divide in tre settori (sia quella relativa alla funzione di raffrescamento che quella relativa alla funzione di riscaldamento.
Nel primo settore vi sono riportate le indicazioni dell’apparecchio (nome e marchio del costruttore, nome del modello e pittogramma con la funzione dell’apparecchio). Nel secondo settore, invece, sulla sinistra troviamo la famosa scala con sette frecce colorate e la relativa lettera (dalla G rossa alla A verde scuro). Dal 1 gennaio 2019 le etichette energetiche, per definire gli apparecchi disponibili sul mercato sempre più efficienti, prevedono una classificazione che va da A+++ a D.
A destra del secondo settore vi è la freccia nera corrispondente alla classe energetica cui appartiene quell’apparecchio con la relativa lettera. Maggiore è la classe energetica minori sono i consumi in quanto più alta è l’efficienza di quel dispositivo.
Nel terzo settore, invece, sono riportati i dati sulle caratteristiche (tecniche ed energetiche) di quello specifico modello andando a precisarne la potenza nominale in kW, il valore dell’indice di efficienza energetica stagionale in modalità raffreddamento (SEER) e quella in modalità riscaldamento (SCOP), il consumo in kWh/anno e il rumore emesso dall’unità interna e da quella esterna (espresso in decibel).
Qual è, quindi, il climatizzatore che consuma meno?
In sintesi possiamo dire che è quello che ha la potenza adeguata per il condizionamento di un ambiente e che ha la maggiore classe energetica. Se i dati riportati nel terzo settore dell’etichetta energetica ci consentono di stabilire quanto consuma quel modello di climatizzatore, il riferimento alla scala e all’efficienza energetica è utile per confrontare due modelli di pari potenza e capire qual è quello che consuma meno.
Un climatizzatore con classe energetica maggiore consuma meno rispetto a quello in classe energetica minore perché è realizzato con tecnologie più efficienti che ottimizzano il funzionamento del circuito refrigerante unendo alte prestazioni e risparmio.
Tecnologia, certo, ma anche buon senso (e non solo)
Per scegliere il climatizzatore che consuma meno, quindi, bisogna tenere conto dell’efficienza energetica di quel modello. L’aspetto tecnologico è quindi indispensabile, ma non è tutto.
Bisogna infatti considerare la zona climatica in cui quel modello dovrà operare, il tipo di utilizzo e all’isolamento termico dell’edificio. Dalla tipologia e qualità degli infissi, l’esposizione delle pareti, il tipo di coibentazione, eccetera, infatti, si ha una maggiore o minore capacità dell’edificio di trattenere l’aria fresca (o quella calda) e di conseguenza la necessità che il climatizzatore resti in funzione per portare o ripristinare il livello di temperatura desiderato.