Pensi che per consumare meno convenga utilizzare meno? Non è sempre così, sicuramente non per riscaldare il tuo appartamento. È doveroso affrontare di petto la questione perché è motivo di grande confusione e sono tanti che si domandano come fare per consumare meno, avere casa calda e non ricevere bollette pazzesche. La stagione fredda è ormai arrivata e tutti ci domandiamo quanto tempo lasciare accesi i termosifoni e quante ore di riscaldamento acceso servono per avere una casa calda e riuscire comunque a risparmiare.
Cosa troverai in questo articolo:
Caldaia sempre accesa o solo quando serve?
La domanda è meno banale di quanto possa sembrare e per almeno due ragioni. La prima è che la risposta, come vedremo risulterà probabilmente sorprendente per molti e la seconda ragione è che non sempre utilizzare meno un elettrodomestico o un impianto elettrico significa davvero risparmiare. È un risparmio – facciamo un paio di esempi molto banali – tenere spento il frigorifero perché così si consuma meno corrente elettrica o, ancora, dopo la doccia utilizzare il phone solo per un minuto per non andare troppo oltre con i consumi? Gli esempi, per quanto banali, ci consentono di introdurre una variabile che, per quanto ovvia, fa tutta la differenza del mondo. È un risparmio non avere gli alimenti conservati per più giorni e mantenuti nelle loro proprietà organolettiche? È un risparmio uscire dal bagno con i capelli bagnati e non completamente asciugati? Qui la risposta è no perché c’è il discorso dell’utilità legato all’accensione del frigorifero e del phone. Stesso discorso per la caldaia. La valutazione del risparmio va intesa principalmente per lo scopo per cui si accende la caldaia, ovvero la sua capacità di riscaldare casa.
La caldaia accesa solo quando serve
Dopo questa premessa possiamo meglio comprendere le differenze tra tenere la caldaia sempre accesa o farlo solo quando realmente serve. L’abitudine più frequente (e la più comprensibile) è quella di accendere la caldaia solamente nelle ore in cui si è in casa (o quelle immediatamente prima). Così si programma l’accensione dell’impianto di riscaldamento nelle prime ore del mattino (per uscire dal letto e non sentire la spiacevole sensazione di gelo), nel tardo pomeriggio e durante la sera.
La conseguenza, però, è che nonostante i termosifoni siano particolarmente caldi, le stanze di casa restituiscono sempre una sensazione di freddo o comunque il tepore raggiunto si andrà disperdendo nel giro di pochi minuti a partire dal momento in cui la caldaia si spegne. Senza dimenticare come i consumi (e il valore della bolletta) aumentino. Questo insieme di conseguenze è determinato dalla caldaia che lavora solo alla massima potenza (e quindi con un rischio maggiore di usura e guasti), dalle pareti fredde che influenzano la percezione del calore interno della casa e dallo spegnimento a breve termine dell’impianto di riscaldamento che vanificherà tutto il calore prodotto.
Caldaia accesa tutto il giorno
L’alternativa è quella di impostare l’accensione della caldaia per un arco temporale più ampio (dalla mattina alla sera o per tutto il giorno, notte compresa). Il risultato è quello di una caldaia che lavora a regime (senza sbalzi tra continue accensioni e spegnimenti), la temperatura degli ambienti interni rimane costante, i termosifoni non risulteranno mai bollenti e i consumi saranno molto più bassi di quanto si potrebbe pensare.
Davvero la caldaia sempre accesa mi fa risparmiare?
Sì, ma a determinate condizioni. La prima è di natura strutturale: la casa deve avere un buon livello di isolamento termico. Anche il miglior impianto di riscaldamento non può fare miracoli se quanto produce viene disperso da infissi scadenti e condizioni che favoriscono le dispersioni termiche. Parallelamente è necessario installare una caldaia a condensazione che tra i suoi numerosi vantaggi ha anche quello di ridurre i consumi nelle varie fasi di accensione e spegnimento. A tutto questo va aggiunta l’installazione di un cronotermostato e delle valvole termostatiche su ogni radiatore. Questo in modo da monitorare in tempo reale la temperatura e aumentarla in modo lento e graduale senza sforza troppo la caldaia.
L’aspetto legale
L’altro elemento decisivo cui fare riferimento (che è obbligatorio per gli impianti centralizzati dei condomini salvo diverse disposizioni dell’assemblea ed è consigliato per quelli privati) è quello legale. La legge, nello specifico il DPR 412/1993, stabilisce sia la temperatura che il periodo di accensione e spegnimento, ma anche la durata massima di ore che è possibile tenere accesa la caldaia. Per la temperatura per le abitazioni private l’indicazione è che quella degli ambienti interni deve essere di “20°C + 2°C di tolleranza”. Per quel che riguarda date e ore di accensione sono state stabilite sei diverse zone climatiche rispondenti ai gradi che le varie città italiane raggiungono durante il giorno. Le indicazioni sono quindi:
- Zona A – dal 1 dicembre al 15 marzo – 6 ore di accensione al giorno;
- Zona B – dal 1 dicembre al 31 marzo – 8 ore di accensione al giorno;
- Zona C – dal 15 novembre al 31 marzo – 10 ore di accensione al giorno;
- Zona D – dal 1 novembre al 15 aprile – 12 ore di accensione al giorno;
- Zona E – dal 15 ottobre al 15 aprile – 14 ore di accensione al giorno;
- Zona F – nessun limite.
Per riscaldare casa la strategia migliore è quindi quella di valutare le condizioni tecniche della propria casa, quelle dell’impianto di riscaldamento presente (e valutare eventualmente la sostituzione della caldaia), la zona climatica di riferimento e individuare la strategia migliore per vivere la bellezza del calore domestico anche nelle più fredde giornate invernali.