Concludiamo quest’anno di contenuti editoriali così come abbiamo terminato il precedente: parlando del modo in cui ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza energetica delle nostre abitazioni. Lo scorso anno, infatti, ci siamo occupati delle case green che hanno come obiettivo quello di minimizzare l’impatto sull’ambiente attraverso l’uso di materiali eco-sostenibili, la gestione efficiente delle risorse e la riduzione delle emissioni. Il 2024 lo concludiamo guardando al futuro in modo particolare occupandoci delle case a energia quasi zero (nZEB) che rappresentano l’ambizione di garantire un’alta efficienza energetica con un consumo minimo e una forte integrazione di fonti di energia pulita.
Cosa sono le case a energia quasi zero
Partiamo dalla definizione delle case a energia quasi zero. Come suggerisce il nome si tratta di edifici progettati per avere un consumo energetico quasi nullo. Per raggiungere questo scopo le case nZEB (Nearly Zero Energy Building) sono costruzioni caratterizzata da un’elevata efficienza energetica e dall’utilizzo delle fonti rinnovabili. La peculiarità di queste costruzioni è quella di essere oggetto di precise norme (Direttiva Europea 2010/31/UE) che impongono requisiti minimi di efficienza energetica e utilizzo di fonti rinnovabili. Dal 2021 tutti i nuovi edifici costruiti in Europa devono rispettare lo standard nZEB.
Per realizzare una casa o un edificio a energia quasi zero è necessario prevedere diversi elementi. Uno dei più importanti è quello legato all’isolamento termico. Per raggiungere questo scopo è necessario prevedere infissi ad alta efficienza (a doppi o tripli vetri e con profili a bassa trasmittanza termica) e pareti e tetti con sistemi di coibentazione. Parallelamente deve essere previsto un sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC) che assicuri il ricambio d’aria necessario per ridurre le dispersioni termiche. Le case a energia quasi zero sono poi edifici che integrano pannelli fotovoltaici e sistemi di accumulo per l’autoconsumo e l’adozione di sistemi intelligenti (domotica) per ottimizzare i consumi monitorando in tempo reale le prestazioni energetiche.
Oltre a essere applicata alle nuove costruzioni, la direttiva sulle case a energia quasi zero prevede una serie di interventi per rendere la propria attuale abitazione conforme a questi standard. Il primo passo da seguire è quello di prevedere un audit energetico con il quale valutare il livello del singolo edificio e individuare le soluzioni energetiche migliori e più adeguate per quella realtà. A seconda dell’esito dell’audit si procede poi con gli interventi per migliorare l’isolamento termico, quelli per sostituire gli impianti di riscaldamento, raffrescamento e ventilazione considerati obsoleti e installare un impianto fotovoltaico (o sistemi in grado di coprire il fabbisogno energetico).
Investire su questo tipo di abitazione significa innanzitutto ridurre drasticamente i costi delle bollette andando a incrementare il valore dell’immobile. Ci sono poi vantaggi in termini di sostenibilità (riduzione delle emissioni e dell’impatto ambientale) così come del ritrovarsi ad abitare in una casa dalla temperatura stabile, con una qualità dell’aria nettamente migliore e una salubrità tale che è essa stessa un valore prezioso cui fare riferimento.
Il futuro è questo e le possibilità tecniche e tecnologiche per raggiungere questi traguardi ci sono. Sta a ciascuno di noi attivarsi per contribuire a questo grande cambiamento.