Dopo aver parlato della manutenzione degli impianti di riscaldamento è bene soffermare la nostra attenzione sul cosiddetto controllo dei fumi della caldaia. Si tratta di un intervento che spesso si confonde con la manutenzione della caldaia, ma che ha tempistiche, obblighi e procedure differenti. Scopriamo quali sono.
Cosa troverai in questo articolo:
La prova dell’efficienza energetica
Il cosiddetto controllo dei fumi della caldaia è un intervento obbligatorio che verifica il livello di efficienza energetica dell’impianto. Per questo motivo il controllo dei fumi viene spesso chiamato anche rendimento di combustione o controllo dell’efficienza energetica della caldaia. Per questo tipo di intervento di parla anche di bollino blu della caldaia. La prova dei fumi si effettua analizzando le emissioni della caldaia, andando ad eseguire un prelievo del materiale di combustione, al fine di misurare il loro livello inquinante. Se è superiore ai limiti stabiliti dalla legge è necessario intervenire per sistemare la caldaia. Il controllo dei fumi della caldaia non è solamente un orpello burocratico cui sottostare, ma è un’operazione che interessa tutti, in primis il proprietario dell’immobile e coloro che vi abitano. Questo tipo di verifica, infatti, permette di:
- ridurre i consumi energetici;
- abbattere le emissioni inquinanti meno;
- avere un impianto sempre efficiente (minor rischio di rottura).
L’obbligo del controllo dei fumi di scarico della caldaia, quindi, più che un dovere è un vantaggio enorme che riguarda tutti.
Quando fare il controllo fumi caldaia
A regolamentare gli obblighi, la frequenza e le caratteristiche della verifica dell’efficienza energetica è il Decreto del Presidente della Repubblica 74 del 16 aprile 2013, che stabilisce anche ogni quanto fare il controllo dei fumi della caldaia. Questo, a differenza della manutenzione, non riguarda le indicazioni fornite dal costruttore, ma dalla potenza e dal tipo di alimentazione. Nello specifico il controllo dei fumi va fatto:
- ogni anno per gli impianti termici alimentati con combustibile solido o liquido e con una potenza superiore ai 100Kw;
- ogni due anni – per gli impianti termici alimentati con combustibile solido o liquido e con una potenza uguale o minore ai 100Kw;
- ogni due anni – per gli impianti a GPL o metano e con una potenza superiore ai 100Kw;
- ogni quattro anni per gli impianti a GPL o metano e con una potenza uguale o inferiore ai 100Kw.
Da questi dati si comprende come generalmente per gli edifici domestici il controllo dei fumi della caldaia sia da fare obbligatoriamente ogni due anni. Inoltre questo controllo va fatto anche alla prima accensione e ogni volta che si esegue un intervento che può incidere sull’efficienza energetica.
Eccezioni, responsabilità e sanzioni
Alcune eccezioni alla normativa nazionale possono essere emanate dalle singole Regioni, che hanno la possibilità di legiferare in materia, per cui è bene sempre prima verificare eventuali particolarità. Perché l’intervento di controllo della caldaia sia considerato valido ai fini di legge è necessario che venga svolto da tecnici autorizzati che, al termine di ogni intervento, compilino il rapporto di controllo e ne inviino una copia all’Autorità competente e una al responsabile dell’impianto (che dovrà allegarla al libretto). In assenza di queste certificazioni, a seguito di un controllo a campione, possono essere comminate sanzioni pecuniarie fino anche a tremila euro. Va ricordato che l’obbligo di controllo dei fumi della caldaia (così come quello per la manutenzione) è a carico del responsabile dell’impianto. Costui è il proprietario dell’immobile o, nel caso in cui vi sia in essere un contratto di locazione, l’occupante della casa. Per gli impianti centralizzati, infine, il responsabile è l’amministratore di condominio.