La Commissione Europea ha stabilito che a partire dal 2035 non potranno più essere prodotte e vendute automobili con motori endotermici (ovvero quelli che, tramite combustione interna, trasformano l’energia termica di un combustibile in energia cinetica). Da quella data, quindi, non saranno più disponibili auto alimentate a benzina e a diesel perché si punterà tutto sulle auto elettriche.
Auto elettriche che, però, necessitano delle apposite colonnine di ricarica per potersi “rifornire” e muoversi. Intorno a queste colonnine di ricarica e in modo particolare alla loro diffusione e capillarità ci sono forti perplessità ed è un argomento da affrontare con attenzione.
Cosa sono e come funzionano le colonnine di ricarica
Le colonnine di ricarica sono un’infrastruttura indispensabile per il funzionamento delle auto elettriche. Al pari delle stazioni di distributori di carburante che siamo abituati a vedere sulle strade e le autostrade, è necessario che l’auto elettrica si colleghi a una colonnina per ricaricare la batteria al suo interno e avere quindi l’energia necessaria per muoversi.
Esistono diverse tipologie di colonnine che oltre a distinguersi per la potenza e il tipo di corrente elettrica erogata possono essere classificate in colonnine private e pubbliche. Le prime sono quelle situate in parcheggi aziendali o aree di sosta di ristoranti, centri commerciali, hotel e negozi, ma anche nel piazzale o nel box di un’abitazione residenziale. Le colonnine di ricarica pubbliche, invece, sono situate sulle strade e negli spazi pubblici e generalmente assicurano una potenza maggiore tanto da poter ricaricare simultaneamente più veicoli.
Esiste un’apposita norma, la IEC 61851-1 che regolamenta i parametri tecnici che ogni stazione di ricarica deve avere in base alla sua destinazione d’uso. In questa norma, inoltre, sono previste quattro differenti modalità di ricarica che, in base alla tipologia di auto elettrica, è possibile erogare tramite le colonnine. Vi è una ricarica lenta (Modo 1), una ricarica mediamente lenta (Modo 2), una ricarica rapida (Modo 3) e una ricarica ultrarapida (Modo 4) che differiscono per la potenza di energia erogata e il tipo di connettori impiegati.
La mappa delle colonnine di ricarica delle auto elettriche in Italia
Intorno alla diffusione e alla capillarità delle colonnine di ricarica delle auto elettriche ci sono polemiche e discussioni, ma qual è la realtà? Una risposta molto interessante e generalizzata a tutta l’Unione Europea arriva dall’European Automobile Manufacturers’ Association (ACEA) che ha pubblicato un report con una mappa interattiva dal titolo Correlation between electric car sales and charging point availability (2022 data) che possiamo tradurre in “Correlazione tra vendite di auto elettriche e disponibilità dei punti di ricarica (dati 2022)”.
In questo report si legge come per rispettare le disposizioni della Commissione Europea sulla fine della produzione e distribuzione di veicoli con motore endotermico, entro quella data in tutta l’UE dovrebbero esserci circa 6.8 milioni di colonnine di ricarica pubbliche per consentire la circolazione delle auto elettriche.
Se è vero che manca ancora qualche anno alla fine della produzione dei motori endotermici è altrettanto vero che la media di installazione delle colonnine di ricarica (sempre secondo i dati dell’ACEA) è attualmente di meno di 2000 a settimana, quando per raggiungere gli standard previsti bisognerebbe procede con l’installazione di 14000 centri di ricarica a settimana.
Va detto che il numero delle installazioni sta aumentando e che nel nostro Paese si beneficerà anche delle risorse messe a disposizione dal PNRR, ma il panorama attuale è ancora particolarmente preoccupante. Non solo in Italia.
Il report dell’ACEA, infatti, segnala come più del 40% delle infrastrutture sia localizzato solamente in Germania e nei Paesi Bassi, dimostrando come non vi sia un’omogeneità nella distribuzione dei punti di ricarica all’interno del territorio europeo. Ma basta guardare anche all’Italia dove le mappe delle colonnine di ricarica mostrano un evidente (ennesima) divisione tra nord e sud con il maggior numero di colonnine situate nel centro-nord.
L’Italia, fino a tutto il 2022, era il quarto Paese UE per numero di colonnine di ricarica ma era tra i migliori in termini di rapporto tra il numero delle auto elettriche e quello dei punti di ricarica (essendo minore al momento nel nostro Paese il numero delle auto elettriche in circolazione).
Una situazione da monitorare con attenzione per comprendere l’evoluzione di un’infrastruttura indispensabile a supportare quella che a tutti gli effetti si annuncia come una vera e propria rivoluzione.