Non ce ne rendiamo conto, ma siamo circondati – per non dire sommersi – di plastica. Sebbene quando utilizziamo il termine plastica facciamo riferimento a un vasto insieme di materiali (non sono tutti uguali) la prima reazione che scatta nella nostra mente è quella di “materiale inquinante”. La realtà, come spesso accade, è diversa e un po’ più complessa e merita di essere conosciuta, soprattutto per comprendere quello che possiamo fare in maniera utile (per noi e per l’ambiente).
L’obiettivo di questo approfondimento è capire perché è urgente e non più rimandabile eliminare le bottiglie di plastica. Se non possiamo eliminarne la produzione possiamo toglierle dai nostri consumi. Prima di giungere a questa conclusione dobbiamo fare qualche passo indietro e capire le radici e le conseguenze del problema dato dall’inquinamento della plastica.
Perché le bottiglie di plastica inquinano?
La plastica è sostanzialmente un materiale molto longevo, di difficile smaltimento. Questa sua elevata persistenza nel tempo determina una vasta serie di effetti nocivi sull’ambiente. Spesso pensiamo che questo tipo di inquinamento sia solo quello provocato dalla quantità di contenitori in plastica presenti in mare (le famose isole); in realtà i pericoli sono molti di più. Le bottiglie di plastica inquinano sotto tutti i punti di vista: per la produzione (che richiede petrolio e acqua), per il trasporto (carburante ed emissioni di CO2 nell’ambiente) e per lo smaltimento. Inoltre le microparticelle di plastica sono presenti non solo negli oceani, ma anche nei fiumi, nel suolo e nell’aria, producendo conseguenze catastrofiche di cui oggi vediamo solo i primi segnali.
Non solo acqua: un po’ di numeri sulle bottiglie di plastica
Tanto per capire l’entità del problema: in Italia due terzi delle bottiglie che vengono immesse sul mercato non vengono riciclate. L’Italia è tra i primi consumatori di acqua in bottiglia (nonostante la qualità dell’acqua che, al netto di alcune criticità, esce dal rubinetto) e regolarmente, solo per l’acqua minerale, vengono prodotte 10 miliardi di bottiglie. Ci sono poi oltre 13 miliardi di bottiglie di plastica per le altre bevande (bibite lisce e gassate) e costituiscono l’82% di tutti questi liquidi, mentre il 16% di queste bibite è in vetro e solo il 2% in altri materiali non riciclabili (cartoni, lattine, eccetera).
Non solo risparmio. Non solo ecologia. Praticità e qualità
Questa l’impietosa fotografia che deve farci sentire tutti responsabili. Anche perché le alternative ci sono ed è questo l’elemento che fa la differenza e deve portare a maturare la consapevolezza di dover mutare le proprie abitudini quotidiane. Perché se siamo abituati ad acquistare ogni giorno una bottiglietta d’acqua dal distributore automatico dell’ufficio o ad andare al supermercato e acquistare cestelli su cestelli di acqua, liscia o frizzante che sia, potremmo iniziare a dotarci di una borraccia termica e di orientarci verso erogatori d’acqua microfiltrata, dispositivi in grado di migliorare ulteriormente la qualità dell’acqua potabile che, tramite la rete idrica nazionale e locale, arriva direttamente nei rubinetti delle nostre case.
Forse non ci siamo mai messi seduti a tavolino a fare due conti, ma oggi acquistare l’acqua in bottiglia è un costo. Come abbiamo appena visto, un costo ambientale insopportabile, sia per la plastica da smaltire che per l’inquinamento necessario per produrla. C’è poi il costo della fatica di dover caricare e scaricare i cestelli d’acqua, senza dimenticare il problema dell’ingombro delle bottiglie vuote da smaltire e conferire negli appositi mastelli della raccolta differenziata. Se a questo aggiungiamo anche l’aspetto, certamente non marginale, della qualità dell’acqua, non si comprendono le ragioni di continuare ad acquistare acqua in bottiglia.
Hai mai fatto caso che nelle etichette dell’acqua in bottiglia è presente la dicitura “Conservare al riparo dalla luce, in luogo fresco, lontano da fonti di calore” e che, ancora, ha una data di scadenza entro la quale utilizzare quella bevanda. L’acqua scade? Già solo questa domanda dovrebbe far riflettere molto; se poi pensiamo ai chilometri e chilometri che ogni cestello d’acqua subisce per raggiungere i singoli supermercati, passando per diverse condizioni climatiche e spesso rimanendo per ore anche sotto la luce diretta del sole, c’è di che preoccuparsi sulla qualità di quest’acqua. La plastica delle bottiglie assicura la sua sicurezza solamente se il liquido al suo interno non raggiunge alte temperature. Il calore, infatti, altera le proprietà della plastica liberando nell’acqua sostanze pericolose per la salute.
Ci sono ancora ragioni valide per preferire l’acqua in bottiglie di plastica?
L’unica soluzione possibile è quella di eliminarle del tutto, installando un impianto di microfiltrazione dell’acqua che assicura risparmio, comodità, rispetto dell’ambiente e qualità nella tutela delle proprietà organolettiche di una bevanda di cui non possiamo fare a meno e che, proprio per questo, deve essere scelta con grandissima attenzione.