In queste ultime settimane abbiamo concentrato la nostra attenzione intorno alle pompe di calore (PDC). Questi approfondimenti, dalle caratteristiche tecniche alle agevolazioni fiscali, sono frutto innanzitutto di un trend che caratterizzerà il futuro del nostro settore e, quindi, del nostro Paese. Ed è per questo motivo che tutti i principali brand del settore sono orientati verso investimenti mirati e strategici per poter vendere delle pompe di calore.
È interessante e utile capire quali sono le ragioni per cui i marchi storici della produzione e distribuzione di caldaie, come Bosch, Ariston, Ferroli e molti altri), così come quelli del settore del condizionamento (LG, Mitsubishi, MIdea, eccetera), si stiano orientando verso una produzione homemade delle pompe di calore aria-acqua.
Cosa troverai in questo articolo:
Le 3 ragioni di una scelta strategica
Non c’è una sola ragione alla base di questa scelta strategica. Sono fondamentalmente tre le motivazioni per cui i principali brand del settore si stanno orientando con grande insistenza verso le pompe di calore. Parliamo di:
- ragioni tecniche
- ragioni ambientali
- ragioni edilizie
#1 Una motivazione tecnica: l’efficienza delle PDC
Le pompe di calore sono dispositivi efficienti, ecologici e dal grande potenziale; se poste nelle giuste condizioni di lavoro possono fornire prestazioni che nessun altro sistema di condizionamento è oggi in grado di assicurare. Soprattutto in termini di utilizzo di energie rinnovabili e di efficienza energetica. Le pompe di calore sono il prodotto tecnologicamente più avanzato, quello capace di fare la differenza ed è piuttosto facile comprendere come i colossi del settore vogliano cogliere le opportunità che questo tipo di tecnologia può mettere a disposizione.
#2 Una motivazione ambientale: lo sviluppo sostenibile
Uno dei punti di forza delle pompe di calore è indubbiamente quello di utilizzare fonti energetiche rinnovabili, quindi ecologiche e non inquinanti. Ed è per questo motivo che le Nazioni Unite nell’Obiettivo 7 dell’agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile si pone l’ambizioso traguardo di “assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni”. Se pensiamo, tanto per citare qualcuno dei dati più eloquenti, che nel mondo ci sono ancora tre miliardi di persone che per scaldarsi e cucinare dipendono ancora dal legno, dal carbone o dal concime animale e come l’energia sia responsabile del 60% delle emissioni di gas serra globali, capiamo come l’investimento verso soluzioni tecnologiche sostenibili sia interesse di tutti.
Proprio per questo tra gli obiettivi che la Commissione Europea ha fissato per il 2030 degli obiettivi chiave per quel che riguarda il clima e l’energia. Nello specifico il livello di ambizione attuale mira a:
- una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990)
- una quota almeno del 32% di energia rinnovabile
- un miglioramento almeno del 32,5% dell’efficienza energetica.
In questa prospettiva le pompe di calore sono dispositivi che riescono a incidere significativamente sia sull’utilizzo di energie rinnovabili che sul miglioramento dell’efficienza energetica. Sono quindi la realtà che nel prossimo decennio riguarderà gli investimenti nazionali e internazionali per migliorare la situazione climatica. Motivo per cui i grandi brand del settore hanno iniziato a strutturarsi producendo prodotti che rispondano a questo tipo di esigenze e di politiche comunitarie.
#3 Una motivazione edilizia: il rilascio delle concessioni
Vi è infine una ragione prettamente normativa che riguarda l’edilizia del nostro Paese. Come stabilito dal cosiddetto Decreto Rinnovabili (il Decreto Legislativo 28 del 2011), per la costruzione di nuovi edifici e per lo svolgimento di interventi di ristrutturazione edilizia rilevanti è obbligatorio installare impianti che producano energia da fonti rinnovabili. Le pompe di calore, anche in questo senso, rispondono pienamente a questo tipo di necessità.
Per il rilascio delle concessioni edilizie (l’autorizzazione a costruire e agli interventi di trasformazione urbanistica) successive al 1 gennaio 2017, il decreto stabilisce che la “copertura dei consumi di calore, di elettricità e per il raffrescamento” proveniente da fonti rinnovabili sia del 50%. Non certo una quota marginale.
Pompe di calore, una scelta conveniente. Per tutti
Le ragioni che abbiamo visto si intrecciano tra loro e non sono svincolate le une dalle altre. C’è quindi un grande fermento intorno al settore delle pompe di calore che sarà sempre più decisivo nei prossimi anni. Un dispositivo che, come detto, permette di fare la differenza e di raccogliere la sfida lanciata sia a livello ambientale che tecnico e normativo.