Oggi tutti parlano di manutenzione, igienizzazione e sanificazione dei climatizzatori, avendo acquisito tali “competenze” nel giro di qualche settimana di lockdown. Eppure esistono specifiche attività professionali che regolamentano tale lavoro di pulizia che si basano su protocolli ambientali e professionali. Può far amaramente sorridere che l’attenzione su determinati argomenti sorga dopo l’esplosione di un problema (com’è l’attuale emergenza Covid-19, quando fino a qualche mese fa lo svolgimento di tali interventi di manutenzione era derubricato come operazioni non necessarie. Tanto da essere ignorate dai più.
Eppure esistono specifiche linee guida e protocolli che regolamentano le attività professionali relative alla manutenzione dei climatizzatori. Nello specifico parliamo delle Linee Guida per gli interventi di manutenzione sugli impianti di climatizzazione.
Cosa troverai in questo articolo:
L’importanza delle attività professionali
Non ci si improvvisa esperti non per una questione di titolo, ma per una questione tecnica. La legge in materia è molto chiara nello specificare in cosa consistono gli interventi di manutenzione. Tanto per fare un esempio, le Linee guida specificano come “I sistemi di condizionamento dell’aria e di ventilazione devono essere progettati, costruiti e installati in modo da consentire la pulizia di tutte le superfici interne e di tutti i componenti” Questo a conferma di come la manutenzione inizia già dall’installazione e che richiede di conseguenza l’intervento di tecnici specializzati.
Perché occuparsi e preoccuparsi della manutenzione dei climatizzatori
Per quale motivo prestare così tanta attenzione alla manutenzione dei climatizzatori? Innanzitutto perché gli impianti aeraulici “possono divenire, in caso di scarsa o inadeguata manutenzione, fonte di diffusione di microrganismi potenzialmente patogeni che ivi trovano condizioni ideali di sviluppo”. Un problema legato all’accensione dei climatizzatori e che può provocare serie di malattie respiratorie. Come confermato dai biologi italiani: “In un impianto aeraulico le aree a rischio di contaminazione da legionella sono quelle in cui è presente l’acqua, in particolare le sezioni di umidificazione, i sifoni di drenaggio all’interno delle Unità di Trattamento dell’Aria (UTA) e le torri di raffreddamento!.
Quali sono le attività professionali
I protocolli ambientali
Troppo spesso si parla con una certa leggerezza di manutenzione dei climatizzatori, semplificandola nella sola pulizia. In realtà, come indicato nelle Linee guida, il lavoro è molto più articolato. Innanzitutto “Un sistema può essere mantenuto pulito solo quando tutte le superfici del sistema (in particolare dei condotti d’aria) non presentano accumuli di particolato ritenuti non accettabili”. Successivamente è importante sottolineare, come indicato nell’approfondimento dell’INAIL su “Impianti di climatizzazione: salute e sicurezza nelle attività di ispezione e bonifica”, che la manutenzione preveda un’ispezione sia visiva che tecnica. Nella prima si andranno a verificare le caratteristiche costruttive dell’impianto, le condizioni ambientali esterne, la presenza di muffe su condotti, prese d’aria, batterie e filtri. Nell’ispezione tecnica, invece, si verificano l’efficienza degli apparati, i livelli di contaminazione microbica e la misurazione del particolato.
Inoltre: “La sanificazione dell’impianto (intesa come pulizia, disinfezione o sterilizzazione, se necessaria) deve essere effettuata usando metodi fisici o chimici, con periodicità regolare. La sanificazione chimica può essere effettuata solo utilizzando materiali biocidi la cui efficacia e assenza di tossicità siano state accertate. Dopo la sanificazione, tutte le componenti dell’impianto devono essere ispezionate per assicurare che non sia incorso nessun danno all’impianto, e che le procedure di sanificazione siano state efficaci. Al termine della sanificazione deve essere assicurata l’eliminazione dall’impianto di ogni residuo (in particolare fluido) di materiali biocidi impiegati”. Le ispezioni devono includere le seguenti operazioni:
- Visita di ispezione dell’unità centrale di trattamento dell’aria;
- Registrazione dei parametri microclimatici (temperatura, umidità, velocità dell’aria);
- Ispezione delle condizioni igieniche inclusi specifici test su filtri, umidificatori e batterie di scambio termico;
- Controllo del conteggio batterico totale;
- Rapporto scritto sui risultati dell’ispezione.
Protocolli professionali
Per quel che riguarda le attività professionali, ovvero di coloro in grado di eseguire trattamenti mirati, si richiede del personale qualificato per “una completa osservanza dei requisiti igienici e una buona gestione delle condizioni di funzionamento e di manutenzione”. Indipendentemente dal tipo di qualifica del personale è richiesta anche una formazione, sia teorica che pratica, sugli aspetti igienico-sanitari di base. La formazione è strutturata su diversi fronti e deve prevedere lo sviluppo di competenze sui problemi igienici di ogni apparecchiatura, sulla manutenzione dei sistemi di condizionamento dell’aria, sulle procedure di misura per il monitoraggio dei sistemi di condizionamento, sulle metodologie di impiego degli agenti chimici e, ancora, la conoscenza delle misure di protezione individuale nell’esercizio della propria attività.
Tra le attività professionali ci sono anche quelle legate alla gestione dei rischi. Chi esegue questi lavori, infatti, è costantemente esposto a fenomeni di varia gravità. Per questo è fondamentale che sappia controllare l’integrità dei dispositivi che utilizza, degli sforzi fisici legati anche a posture statiche o incongrue, della stabilità e scivolosità delle superfici sulle quali lavora e dell’esposizione a polveri, fibre, residui organici e detergenti e sanificanti chimici.
Le attività professionali per la manutenzione dei climatizzatori sono una garanzia sia per il cliente finale che per l’operatore. Rivolgersi a ditte fornite di questi requisiti, quindi, non è tanto un obbligo di legge (e lo è), ma è soprattutto la consapevolezza della serietà e complessità di questo processo di manutenzione che richiede inderogabilmente una mano d’opera qualificata. Per il bene di tutti.