Di note a tutti ci sono le polemiche, ma quelle raramente aiutano a chiarire, comprendere e risolvere un problema. È il caso dell’inquinamento dato dal PM10 che regolarmente attanaglia le grandi città e che porta al blocco del traffico e ad altre misure restrittive. Eppure il problema non sembra risolversi, considerando come anche recentemente a seguito del blocco della circolazione delle auto i tassi di PM10 sono aumentati. È doveroso quindi parlare dell’inquinamento prodotto dagli impianti di riscaldamento: sì, le caldaie domestiche.
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L’inquinamento delle caldaie
Gli impianti di riscaldamento, specie quelli più datati e per questo obsoleti, emettono il triplo delle sostanze inquinanti dei mezzi di trasporto. Questi non sono dati supposti, ma rilevati dal Rapporto sulla Qualità dell’Ambiente Urbano, redatto dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. La situazione del nostro Paese è quindi quella di intensificare le operazioni di contrasto verso un comparto (quello automobilistico) che nel corso degli ultimi anni si è rinnovato e ha consistentemente ridotto i tassi di inquinamento. Lo stesso non si può dire per quel che riguarda gli impianti di riscaldamento. Situazioni non facilmente equiparabili, è vero, ma che restituiscono una buona fotografia della situazione in cui viviamo.
Una rivoluzione che stenta a partire
Eppure va detto che il settore delle caldaie e degli impianti di condizionamento dell’aria non è rimasto con le mani in mano. Negli anni sono stati enormi i cambiamenti, normativi e tecnologici, che sono stati messi in campo. Le possibilità, quindi, ci sono, ma stentano a raggiungere una diffusione capillare. Quella utile a contrastare l’inquinamento e ridurre sensibilmente i tassi di PM10. Le caldaie, infatti, hanno un ciclo di vita generalmente più lungo di quello delle autovetture (tanto per rimanere in questo confronto). Allo stesso tempo è mancata la corretta sensibilizzazione in materia, cosa che invece è avvenuta con le automobili. Il rinnovamento del comparto automobilistico è avvenuto anche grazie a una serie di incentivi e finanziamenti, la cui portata è nettamente sbilanciata a sfavore del settore del riscaldamento domestico.
Oggi è quindi normale pensare di cambiare auto, rinunciare al diesel e orientarsi verso vetture alimentate a metano o GPL. La stessa mentalità non c’è, invece, verso le caldaie e gli impianti termici. Tale lacuna di attenzioni è sperimentabile regolarmente anche per quel che riguarda la manutenzione di questi impianti.
La responsabilità, come purtroppo regolarmente accade, non è solo dei privati, essendo anche molti edifici delle amministrazioni pubbliche dotati di impianti di riscaldamento altamente inquinanti.
Cosa puoi fare, cosa dobbiamo fare
In questi ultimi anni l’attenzione e la preoccupazione per quel che riguarda i temi legati all’inquinamento e alla tutela dell’ambiente è aumentato. Oltre a quanto è in potere della politica, nazionale e internazionale, molti sono gli accorgimenti che ciascuno può (e deve) mettere in atto.
Il contrasto all’inquinamento domestico passa, quindi, per due strade parallele. La prima è quella di una presa di coscienza e consapevolezza di un problema la cui soluzione non spetta agli altri, ma a tutti. Abitudini e stili di vita devono essere corretti proprio in questa direzione. La seconda strada, di pari importanza, è quella di intervenire su ciò di cui si è primariamente responsabili: la propria casa.
Qual è l’impianto di riscaldamento installato. A quando risale l’ultimo intervento di manutenzione e controllo dell’efficienza energetica? Ecco, questi sono i primi step da fare per poi passare alla regolarizzazione di ogni situazione.
L’investimento sulle caldaie e sugli impianti di condizionamento domestico è sia una battaglia di civiltà che di risparmio. I sistemi di ultima generazione, grazie a tecnologie più efficienti e all’avanguardia, consentono di abbattere gli sprechi, ridurre i consumi e, di conseguenza, risparmiare sui costi della bolletta. Con un circolo virtuoso che porta anche ad avere una migliore qualità della vita e a contribuire nella lotta alle tragiche conseguenze dei cambiamenti climatici.
L’ultima considerazione riguarda sempre la cura della propria casa. Se è vero (ed è vero) che le caldaie sono le maggiori responsabili dell’inquinamento delle nostre città e della produzione di PM10, è altrettanto vero che molto dipende anche dal contesto in cui esse lavorano. Il riscaldamento domestico non passa solamente dalla potenza della caldaia, ma anche dall’isolamento termico, dalla qualità degli infissi e dalle abitudini che quotidianamente vengono messe in atto.
Le soluzioni esistono, è necessario prenderne atto e metterle in pratica. Anche con una certa urgenza, per il bene di tutti.